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Rocca della Verruca - Pisa
Descrizione:
La Rocca è posta sulla cima della Verruca, nella zona est dei Monti Pisani (537 metri s.l.m.) e sovrasta e domina tutta la pianura pisana ed il corso del fiume Arno. La sua posizione strategica ha costituito sempre un valido supporto per l’incolumità di Pisa, impegnata nei secoli in lotte sanguinose contro i fiorentini: la rocca permetteva una triangolazione visiva tra Pisa e il castello di Vicopisano, a sua volta collegato con il castello di Buti e tutto il Lungomonte pisano.
La storia documentata degli insediamenti nella zona parte dal 780, quando il territorio era difeso da una roccaforte in posizione ideale per controllare il fiume Arno e la sua pianura (all’epoca ancora paludosa) fino al mare.
La fortezza ha sempre costituito un quasi inespugnabile caposaldo per tutti gli eserciti e le potenze interessate alla conquista ed al controllo del territorio circostante: nel 1288 nella guerra tra Guelfi pisani ed esercito lucchese; nel 1328 a seguito dell’invasione tedesca di Ludovico di Baviera; nel 1363 durante l’invasione Fiorentina; nel 1369 a seguito dell’invasione delle truppe di Carlo IV di Boemia e nel 1375 di quelle Inglesi di John Hawkwood (Giovanni Acuto).
Nel 1402, dopo la conquista di Pisa da parte dei fiorentini, la rocca fu distrutta per evitare che tornasse ad essere una minaccia. Le truppe fiorentine riconquistarono nuovamente la Verruca dopo lunghi e sanguinosi scontri il 18 giugno dello stesso anno; fu il colpo di grazia per le speranze di indipendenza di Pisa che capitolò definitivamente in mani Fiorentine sei anni dopo. L’aspetto attuale della Fortezza è il risultato dei lavori di rafforzamento eseguiti dopo le molte guerre. La Verruca è considerata una struttura disomogenea a causa delle diverse fasi e dei diversi autori che ne curarono la costruzione. A pianta pentagonale, presenta due torrioni di forma circolare nel lato anteriore, frutto di restauri cinquecenteschi e due bastioni a spigolo, sul lato posteriore. La porta principale, che conserva la struttura trilitica, tracce di cardini e dei dispositivi di chiusura, consente l’ingresso alla fortezza; dall’interno si possono osservare i due livelli di costruzione: quello superiore, che ha subito i maggiori danni e quello inferiore, completamente interrato.
Le mura costituiscono uno dei pochi esempi di bastionatura eseguita con pietrame sfuso al posto dei caratteristici mattoni in cotto usati all’epoca per questi interventi; le pietre da taglio sono usate solo per gli angoli e in ridotta quantità. Il nucleo più antico, risalente all’VIII secolo, è costruito in pietra verrucana: la struttura primaria è funzionale, caratterizzato all’interno da caserme e piazze d’armi, magazzini, una cisterna ed una chiesa.
La Roccapresenta accessi che conducono ai bastioni laterali nei quali sono state ricavate stanze da cui era possibile sparare o sorvegliare l’esterno; numerose feritoie per bocche da fuoco sono tutt’ora visibili lungo tutto il perimetro. Un importante ritrovamento è stato fatto in questa rocca: una epigrafe, oggi nel Museo Nazionale di San Matteo, che costituisce quasi sicuramente il primo documento in “volgare” italiano sui cui si legge chiaramente a dì dodici di giugno MCIII.
Descrizione:
La Rocca è posta sulla cima della Verruca, nella zona est dei Monti Pisani (537 metri s.l.m.) e sovrasta e domina tutta la pianura pisana ed il corso del fiume Arno. La sua posizione strategica ha costituito sempre un valido supporto per l’incolumità di Pisa, impegnata nei secoli in lotte sanguinose contro i fiorentini: la rocca permetteva una triangolazione visiva tra Pisa e il castello di Vicopisano, a sua volta collegato con il castello di Buti e tutto il Lungomonte pisano.
La storia documentata degli insediamenti nella zona parte dal 780, quando il territorio era difeso da una roccaforte in posizione ideale per controllare il fiume Arno e la sua pianura (all’epoca ancora paludosa) fino al mare.
La fortezza ha sempre costituito un quasi inespugnabile caposaldo per tutti gli eserciti e le potenze interessate alla conquista ed al controllo del territorio circostante: nel 1288 nella guerra tra Guelfi pisani ed esercito lucchese; nel 1328 a seguito dell’invasione tedesca di Ludovico di Baviera; nel 1363 durante l’invasione Fiorentina; nel 1369 a seguito dell’invasione delle truppe di Carlo IV di Boemia e nel 1375 di quelle Inglesi di John Hawkwood (Giovanni Acuto).
Nel 1402, dopo la conquista di Pisa da parte dei fiorentini, la rocca fu distrutta per evitare che tornasse ad essere una minaccia. Le truppe fiorentine riconquistarono nuovamente la Verruca dopo lunghi e sanguinosi scontri il 18 giugno dello stesso anno; fu il colpo di grazia per le speranze di indipendenza di Pisa che capitolò definitivamente in mani Fiorentine sei anni dopo. L’aspetto attuale della Fortezza è il risultato dei lavori di rafforzamento eseguiti dopo le molte guerre. La Verruca è considerata una struttura disomogenea a causa delle diverse fasi e dei diversi autori che ne curarono la costruzione. A pianta pentagonale, presenta due torrioni di forma circolare nel lato anteriore, frutto di restauri cinquecenteschi e due bastioni a spigolo, sul lato posteriore. La porta principale, che conserva la struttura trilitica, tracce di cardini e dei dispositivi di chiusura, consente l’ingresso alla fortezza; dall’interno si possono osservare i due livelli di costruzione: quello superiore, che ha subito i maggiori danni e quello inferiore, completamente interrato.
Le mura costituiscono uno dei pochi esempi di bastionatura eseguita con pietrame sfuso al posto dei caratteristici mattoni in cotto usati all’epoca per questi interventi; le pietre da taglio sono usate solo per gli angoli e in ridotta quantità. Il nucleo più antico, risalente all’VIII secolo, è costruito in pietra verrucana: la struttura primaria è funzionale, caratterizzato all’interno da caserme e piazze d’armi, magazzini, una cisterna ed una chiesa.
La Roccapresenta accessi che conducono ai bastioni laterali nei quali sono state ricavate stanze da cui era possibile sparare o sorvegliare l’esterno; numerose feritoie per bocche da fuoco sono tutt’ora visibili lungo tutto il perimetro. Un importante ritrovamento è stato fatto in questa rocca: una epigrafe, oggi nel Museo Nazionale di San Matteo, che costituisce quasi sicuramente il primo documento in “volgare” italiano sui cui si legge chiaramente a dì dodici di giugno MCIII.
Rocca della Verruca - Pisa
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