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Inaugurazione degli Arsenali Repubblicani



L’edificio inaugurato dal presidente della Repubblica è stato sottratto all’incuria dopo un lungo restauro

PISA. «Un segno importante del valore della città per il nostro Paese». Applausi. Finisce così il discorso di Sergio Mattarella all’inaugurazione degli Arsenali Repubblicani. Una delle strutture simbolo dell’antica potenza marinara di Pisa, restaurato dalle rovine in cui è rimasta per decenni. Un simbolo anche dei propositi della città per il futuro, piattaforma dell’accoglienza turistica e dell’offerta culturale di qualità. Il sindaco Marco Filippeschi aveva appena terminato il suo intervento al leggìo posizionato sotto una delle volte. Uno sguardo rapido al presidente della Repubblica. Il programma non prevede un suo intervento, Mattarella però non indugia e al microfono, con voce sottile, guarda gli archi degli Arsenali, si gira, indica il cantiere al fortilizio della Torre Guelfa e comincia: «Sono recuperi in linea con la ricchezza culturale e artistica di Pisa». In tre minuti riassume le sue giornate pisane, la mostra di Palazzo Blu, la passeggiata in Piazza dei Miracoli, il ruolo delle università. Ora, davvero, gli Arsenali Repubblicani possono (ri)cominciare la loro storia.

Taglio del nastro. Con un quarto d’ora d’anticipo, Mattarella e il suo seguito giungono agli Arsenali Repubblicani per un’inaugurazione che il sindaco, rivolgendosi direttamente al presidente della Repubblica, definisce «un evento che lascerà il segno». E’ il primo tra i più importanti Piuss in fase di conclusione che apre i battenti. Un pacchetto di progetti che Filippeschi riassume così: «Circa 40 milioni di euro d’investimenti, di cui il 60 per cento (24 milioni) sono risorse che dall’Unione Europea tornano a noi. Portiamo a termine tutti i cantieri nei tempi previsti. Con oltre il 70 per cento dei lavori che ha impegnato aziende locali e toscane che hanno vinto gare molto selettive. La città dunque ha visto aperto un grande cantiere che, nella crisi, ha avuto un effetto anticiclico». Quattro anni fa il predecessore di Mattarella, Giorgio Napolitano, inaugurò il rifacimento di Corso Italia, «cofinanziato - ricorda il sindaco - con gli stessi fondi europei».

Gli obiettivi. Gli Arsenali Repubblicani «da oggi saranno la testimonianza più visibile del carattere di Pisa dominatrice dei mari», usa questa espressione Filippeschi per calcare il significato del restauro. «Insieme alla Piazza del Duomo, alle mura medievali, alle chiese medievali, queste navate e questi archi a sesto acuto, il bellissimo profilo che si staglia di fronte alle mura, saranno un segno distintivo della città». Poi, dopo l’esito dei bandi che saranno pubblicati per selezionare i gestori degli spazi e con la realizzazione del “Parco della Cittadella”, gli Arsenali Repubblicani (insieme alla Torre Guelfa ancora in corso di recupero) «saranno anche dedicati - spiega il sindaco - a servizio dell’accoglienza dei turisti. Infatti, in quest’area d’importanza cruciale per la città, sono già cantieri aperti le realizzazioni della Cittadella Galileiana (uno “science center”, un luogo di divulgazione e di promozione delle scienze, in nome del grande pisano) e il Museo delle navi antiche di Pisa ritrovate negli scavi della stazione di San Rossore, che sorge negli Arsenali Medicei ed è realizzato dal ministero dei Beni culturali: la rappresentazione di una scoperta archeologica considerata tra le più importanti degli ultimi decenni e un’esposizione che riguarderà la civiltà marittima mediterranea».

L’intitolazione. La seconda parte di Mattarella agli Arsenali è un breve giro nell’edificio affiancato dal sindaco, dal rettore Massimo Augello e dall’architetto Fabio Daole, che per l’amministrazione comunale ha coordinato il restauro e che illustra gli interventi effettuati. Poi l’intitolazione dell’area archeologica ancora aperta, accanto all’edificio, al professor Khaled Al-Asaad, archeologo, protettore del patrimonio della città siriana di Palmira, barbaramente ucciso dall’Isis. Mattarella sfila il piccolo drappo rosso che copre la targa. «Condivido in pieno questa decisione, che è splendida», commenta il Capo dello Stato. Il sindaco raccoglie: «L’intitolazione risponde all’intento di gettare un ponte ideale sull’altra sponda del Mediterraneo, un ponte di pace, di dialogo, di mutuo e fecondo riconoscimento delle differenze religiose e culturali, nel rispetto dei diritti dell’uomo. Ancora grazie, presidente, per il grande regalo che ci ha fatto d’essere con noi».

fonte: Il Tirreno, Francesco Loi


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